In Spagna non esiste un obbligo di legge che preveda depositi sui contenitori per bevande.
E’ invece prevista dalla normativa sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio, l’opzione di organizzare un sistema di deposito e restituzione degli imballaggi riutilizzabili per adempiere agli obblighi, in alternativa all’adesione ad un Compliance scheme o alla self compliance.
Si tratta quindi di una scelta volontaria del produttore, riconosciuta come compliance agli obblighi di ripresa e recupero, e che può essere applicata a tutte le tipologie di imballaggi riutilizzabili.
Nel caso però il produttore opti per questa soluzione, egli è obbligato ad applicare depositi fissati per legge.
Nella realtà, in pochissimi casi si è fatto ricorso a questa formula, che resta più teorica che messa in pratica.
Negli ultimi anni, si è andata affermando la volontà del legislatore spagnolo di rendere obbligatori alcuni sistemi di deposito con resa (applicabili non solo ai contenitori per bevande, ma a diverse tipologie di imballaggi). Tuttavia, la crisi e l'opposizione dei Compliance scheme e delle associazioni di categoria hanno spinto il legislatore a fare marcia indietro (vedi penultimo paragrafo).
Secondo quanto stabilito dall'Ordinanza n. 10215 del1998, il soggetto responsabile che sceglie di adempiere ai propri obblighi organizzando un Sistema de Depósito, Devolución y Retorno (SDDR), è obbligato ad aggiungere al prezzo delle merci imballate il valore del deposito previsto dalla legge per lo specifico materiale. Tale importo viene restituito al momento della riconsegna del contenitore.
L’obbligo vale per gli imballaggi di tutte le tipologie (primari, secondari, terziari) e di tutti i materiali. Gli importi dei depositi variano in base al materiale, al peso e al volume dell’imballaggio.
Il deposito viene calcolato sul peso degli imballaggi riutilizzabili per i seguenti materiali:
• carta /cartone,
• plastica (esclusi contenitori per bevande)
• legno,
• sughero,
• tessili.
Il deposito viene calcolato sul volume degli imballaggi riutilizzabili per i seguenti materiali:
• vetro,
• acciaio,
• cartone accoppiato per bevande,
• ceramiche,
• plastica e alluminio se si tratta di contenitori per bevande
L'importo dei depositi riferiti al flusso dei domestici e assimilati varia a seconda dei materiali, del peso e del volume:
VALORE DEL DEPOSITO PER PESO | Euro | ||
<100 g | 101 - 500 g | >500 g | |
Carta e cartone | 0,0004 | 0,0001 | 0,0002 |
Plastica (esclusi contenitori per bevande) | 0,0004 | 0,0001 | 0,0002 |
Alluminio | 0,0004 | 0,0001 | 0,0002 |
Legno | 0,0004 | 0,0001 | 0,0002 |
Sughero | 0,0004 | 0,0001 | 0,0002 |
Tessili | 0,0004 | 0,0001 | 0,0002 |
VALORE DEL DEPOSITO PER VOLUME | Euro | ||
<50 cl | 51 - 200 cl | >200 cl | |
Vetro | 0,15 | 0,24 | 0,33 |
Plastica | 0,15 | 0,24 | 0,33 |
Alluminio | 0,15 | 0,24 | 0,33 |
Acciaio | 0,15 | 0,24 | 0,33 |
Cartoni per bevande | 0,15 | 0,24 | 0,33 |
Ceramica | 0,15 | 0,24 | 0,3 |
I soggetti responsabili hanno l'obbligo di apporre un simbolo specifico per tutti gli imballaggi che partecipano a sistemi di deposito e vuoto a rendere.
Il comma 2, articolo 21 della Legge n. 22 del 29 luglio 2011 sui rifiuti e i suoli contaminati aveva stabilito che, con specifico decreto, dovessero essere adottate misure idonee a facilitare la costituzione di sistemi di deposito su diverse tipologie di imballaggio.
Comma 2, articolo 21, Legge 22/2011:
“Per promuovere la prevenzione e favorire il riutilizzo e il riciclaggio di alta qualità, si possono adottare misure per facilitare la costituzione di sistemi di deposito, resa e rimborso per:
a) imballaggi industriali
b) imballaggi di trasporto
c) imballaggi in vetro, plastica e metallo
d) altri prodotti riutilizzabili
Le associazioni dei consumatori, dei commercianti e i Compliance scheme stessi (Ecoembes e Ecovidrio) si sono dimostrati contrari all'introduzione di tali sistemi.
Ecoembes ha sottolineato che il 68% della frazione leggera (lattine, bottiglie di plastica e cartoni per bevande) viene normalmente avviata al riciclo. Mentre, l'associazione Latas de Bebidas ha riferito che, nel 2012, è stato riciclato l'86% delle lattine per bevande (89% di lattine in acciaio e il 65% in alluminio).
Il legislatore ha ceduto alle resistenze e con il Regio decreto n. 17 del 4 maggio 2012 ha abrogato il comma della Legge 22/2011 su citato, concedendo la possibilità di organizzare sistemi di deposito a carattere volontario. L'abrogazione è stata poi confermata nella conversione del decreto in Legge 11/2012.
Tuttavia, con la medesima Legge 11/2012 il Governo ha lasciato una "finestra" aperta sulla costituzione di sistemi di deposito sui refillable, prevedendo che "norme specifiche possono essere stabilite per l'istituzione di un sistema di deposito per i contenitori riutilizzabili, in particolare per quelli contententi birra, bibite e acqua".
Le Autorità regionali hanno ancora il potere di introdurre cauzioni obbligatorie a livello regionale. Tuttavia, la cancellazione a livello nazionale rende meno probabile che vengano imposte a livello regionale.
Nel Giugno del 2011, Ecoembes ha commissionato uno studio per valutare le conseguenze economiche e di gestione dell'introduzione di un sistema di deposito obbligatorio sui contenitori per bevande: Implantanciòn de un SDDR obligatorio para envases de bebidas. Consecuencias econòmicas y de gestiòn.
Queste le principali conclusioni che hanno portato il Compliance scheme a dichiararsi contrario all'introduzione di un sistema di deposito obbligatorio:
• costo iniziale molto elevato: 720 milioni di euro, di cui la maggior parte (357 milioni) per l'acquisto dei distributori automatici (RVM)
• costi più elevati rispetto al Sistema di Gestione Integrato: con un tasso di recupero e riciclo del 90% e considerando un tasso di non-restituzione del 10%, la gestione di un SDDR peserebbe sulle famiglie mediamente 51,12 euro all'anno contro gli attuali 4,13 euro del SGI
• è possibile ottenere l'obiettivo del 90% anche con il Sistema di Gestione Integrato attualmente in uso: il tasso di riciclo dei contenitori per bevanda negli ultimi anni ha raggiunto il 68% e certamente continuerà ad aumentare nei prossimi anni. Del resto, i contenitori per bevande sono quelli che danno i migliori risultati in termini di raccolta e riciclo con il sistema attuale
• disagi per i cittadini: l'introduzione di un SDDR richiederebbe al cittadino un considerevole impegno e discreti disagi: meno punti di raccolta e lontani dalle abitazioni; minor tempo a disposizione per restituire i contenitori (i distributori automatici sarebbero disponibili solo negli orari di apertura degli esercizi commerciali).
>> Per maggiori informazioni vedi lo studio Implantanciòn de un SDDR obligatorio para envases de bebidas. Consecuencias econòmicas y de gestiòn. Vai al testo in pdf.
Nel gennaio 2012, Retorna (l'associazione senza scopo di lucro, costituita da riciclatori, ONG ambietaliste, sindacati e associazioni dei consumatori) ha commissionto uno studio a Eunomia, che si è espressa a favore dell'introduzione di un sistema di deposito sui contenitori per bevande non riutilizzabili: l'imposizione di un deposito del valore di 0,20 euro su bottiglie in PET e HDPE, lattine di acciaio e alluminio, bottiglie in vetro per birra e cartoni per bevande consentirebbe di raggiungere:
• un tasso di restituzione di circa l'89%,
• un aumento del 59% della raccolta differenziata dei tipi di imballaggi interessati
• un aumento del 18% del riciclo di metalli, plastica e vetro
• e un aumento del 14 % nel riciclo di tutti i tipi di materiali di imballaggio oggetto di raccolta differenziata.
Assumendo un tasso di restituzione dell'89% e una gestione che prevede la restituzione nella maggior parte dei negozi che vendono bevande, Eunomia ha stimato che il costo annuale di funzionamento del sistema sarebbe di 243 milioni di euro, con un costo medio per i produttori di 0,013 euro per contenitore.