Tradizionalmente la Germania (come l’Austria, la Finlandia e altre economie del nord Europa) hanno mirato a forzare, attraverso obblighi normativi e/o accordi volontari, il mantenimento di forti quote di contenitori refillable sul mercato.
La prima Packaging Ordinance stabiliva un obbligo di riuso (refill quota) di almeno il 72% per gli imballaggi del gruppo merceologico birra, acque minerali, bevande gassate, succhi di frutta e vino. In caso di non raggiungimento di questa quota, doveva essere introdotto un sistema di deposito obbligatorio per le categorie inadempienti. Ciò si è verificato tra il 1997 e il 1998, sia a causa dell’aumento complessivo del settore bevande, sia a causa dell’aumento delle bottiglie in plastica per l’acqua e delle lattine per la birra.
Dopo anni di accesi dibattiti e controversie giudiziarie, nel 2003 è stato varata la legge riguardante i depositi sui contenitori per bevande, ma il sistema non fu implementato, lasciando il campo alle cosiddette “island solutions”, accordi più o meno privati, operati da grandi catene distributive.
A quel punto, le principali organizzazioni che gestivano un proprio sistema di deposito erano:
- Lekkerland-Tobaccoland (con copertura di 70.000 punti vendita, 10% del mercato delle bevande. Aderenti: circa 60 produttori, 230 prodotti). L’organizzazione si è poi fusa con Vfw, uno dei Compliance scheme autorizzati alla gestione degli imballaggi del settore domestico.
- AVR / Eurodeposit: operva con un circuito di vending machine
- Interseroh Pfand System Gbmh
- WestPfand (principalmente lattine per birra di 6 produttori)
- PET Cycle: sistema a ciclo chiuso bottle-to-bottle.
- Singole soluzioni di supermercati (come Lidl e Adli)
Nel 2004, la Commissione Europea ha bollato questa situazione come “sistema di ripresa non in linea con la Direttiva” e la Corte di Giustizia europea ha ingiunto alla Germania di intervenire a livello normativo.
Nella revisione della Ordinanza del maggio 2005, entrata in vigore nel maggio 2006, gli obiettivi di riuso sono stati aboliti ed è stato introdotto l’obbligo di deposito su tutti i contenitori non appartenenti ad un circuito di riuso o non ecocompatibili, pur essendo da sempre incerto quali esattamente fossero i contenitori da considerare in quest’ultima categoria. Restavano comunque esclusi dal deposito i contenitori di bevande a base di latte, succhi di frutta, bevande dietetiche.
I contenitori sottoposti al deposito sono quindi usciti dai sistemi duali gestiti dai vari Compliance scheme.
I dati di flusso fino all’anno 2008 dimostrano che, dopo un iniziale virata verso i refillable, il loro declino è ricominciato, con la sola eccezione dei contenitori per birra (Fonte: Perchards).
Nel 2010 è stato pubblicato da BIFA (Bayerisches Institut für Angewandte Umweltforschung und-technik) un Report – risultato di lunghe consultazioni con i settori interessati – che ha riportato l’attenzione sull’obiettivo primario della Packaging Ordinance, e cioè il rafforzamento dei refillables.
Tra le valutazioni principali dei costi / benefici del nuovo sistema:
• ha consentito raccolte più pure e più idonee al riciclo,
• ha portato buoni vantaggi ambientali,
• non ha fermato il declino degli imballaggi one-way,
• si è dimostrato molto costoso nell’implementazione,
• vale la pena di mantenerlo solo perché il finanziamento delle infrastrutture è già stato fatto.
Tra le proposte pratiche del Report:
• richiesta di marcare tutti i contenitori come Refillable e Non refillable, per indurre maggiore attenzione da parte dei cittadini,
• richiesta di aumentare le tipologie di contenitori sottoposti a deposito.
Il V Emendamento alla Packaging Ordinance entrato in vigore il 1° gennaio 2009 ha modificato il quadro esistente (per maggiori informazioni sul V Emendamento vedi "Quadro normativo" nella scheda paese. Vai alla scheda paese).
Dal 1° aprile 2009, sono soggetti a deposito obbligatorio tutti contenitori di:
• birra e miscele di birra
- birra
- miscele di birra con cola o gassosa
- birra analcolica
- birra con sciroppo
- miscele di birra e liquori (esempio birra e vodka)
- birra aromatizzata
• acqua
- acqua minerale e frizzante
- acqua di sorgente
- acqua aromatizzata con additivi
• bevande analcoliche
- soft drinks
- succhi di frutta
- bevande energetiche
- bevande per gli sportivi (Sportlergetränke)
- tè e caffè freddi
- bitter
- bevande dietetiche, a esclusione di quelle destinate ai bambini
Sono esentati dal deposito solo:
• contenitori riutilizzabili (bottiglie refillable in vetro e plastica)
che partecipano ad un circuito di riuso,
• contenitori considerati ecocompatibili: cartoni cilindrici per bevande, contenitori di PE e stagnola,
• contenitori di bevande per bambini e consumate sotto controllo medico,
• contenitori superiori a 3 litri o inferiori ai 100 ml.
a.
Esenzione temporanea (fino alla fine del 2012) per i contenitori in plastica biodegradabile.
ATTENZIONE: Tutte le tipologie esentate devono comunque partecipare ad un sistema duale, altrimenti ricadono nuovamente nell’obbligo di deposito.
In pratica, quindi, sono sottoposti a deposito cauzionale obbligatorio:
• tutti i contenitori non refillable, salvo le tipologie esentate (cartoni cilindrici, contenitori PE e stagnola, contenitori di bevande per bambini e bevande prescritte dal medico, contenitori molto grandi o molto piccoli e, fino alla fine del 2012, contenitori in plastica biodegradabile), sempreché partecipino a un sistema di raccolta e riciclo.
• tutti i contenitori refillable che non partecipano ad un circuito di riuso, esclusi i cartoni.
E’ istituita una organizzazione non profit (DPG) che gestisce la parte tecnico-organizzativa di tutto il sistema, il database centrale che fa fede per tutti i flussi e per la compensazione monetaria, la stipula dei contratti e tutti i controlli di qualità del sistema. Le operazioni di compensazione finanziaria sono gestite da operatori privati .
I distributori che immettono bevande sul mercato tedesco applicano al loro cliente finale un deposito nella misura di euro 0,25 a pezzo, che gli viene restituito al momento della riconsegna dell’imballaggio. Il deposito è poi ricaricato all’indietro a tutti gli anelli della catena distributiva, e risale fino al primo attore che immette la bevanda sul mercato tedesco. Il deposito non viene applicato se l’acquirente finale non risiede in Germania (cioè sulle esportazioni).
Nota bene: All’atto di vendita al consumatore finale, il deposito di 25 cent comprende l’Iva (euro 0,2155 di deposito più euro 0,0345 di Iva). Nei passaggi di riattribuzione agli altri livelli della distribuzione, invece, all’importo del deposito va aggiunta l’Iva (euro 0,25 + 0,04 = euro 0,29). In questo modo, il negoziante si trova ad avere un leggero margine positivo, in quanto incassa dal suo venditore l’importo + Iva (0,29) ma restituisce solo 0,25.
Nota bene: l’importo del deposito obbligatorio è superiore alla cauzione di cui sono gravati alcuni imballaggi “ricaricabili”, come la bottiglia di birra con ricarica alla spina o la bottiglia di acqua minerale con ricarica. Anche l’Iva funziona diversamente. Gli imballaggi che partecipano a questi circuiti sono esentati.
I distributori/venditori devono ritirare e rimborsare tutti i contenitori di materiali uguali a quelli che essi vendono; possono invece rifiutare quelli di materiali diversi.
In caso di vending-machine deve essere garantita l’operazione di rimborso ad una “ragionevole distanza” dall’impianto.
I negozianti con superficie di vendita inferiore ai 200 mq sono autorizzati a ritirare solo le marche che vendono.
L’eventuale acquisto di vending-machine è a carico dei distributori / negozianti.
Tutti i materiali raccolti devono essere avviati a riciclo, e tale costo è a carico dei distributori / negozianti.
Nel giugno 2005 è stata registrata la Deutsche Pfandsystem GmbH (DPG), organizzazione non-profit fondata dalle associazioni dei commercianti al dettaglio (HDE) e dall’industria alimentare (BVE), che gestisce il sistema dei depositi a livello tecnico-organizzativo su tutto il territorio nazionale. I compiti di DGP sono:
• la stipula di accordi contrattuali con tutti i partecipanti al sistema, ognuno dei quali deve registrarsi a DPG
• il controllo dei marchi
• la gestione del database centrale, base per tutte le compensazioni finanziarie
• l’approvazione della gestione dei dati e delle attrezzature di tutti i partecipanti (RVMs, stampanti per le etichette, ecc.) e controllo continuo della qualità, per garantire il buon funzionamento del sistema
• le campagne di informazione dirette ai consumatori.
DPG, invece, non gestisce:
• il flusso di denaro tra i vari soggetti del sistema e non fornisce alcuna garanzia sul rimborso dei depositi. Questo aspetto del sistema è gestito da fornitori di servizi
• I contratti tra i fornitori di servizi e i loro clienti, né le tariffe applicate. Tuttavia i fornitori di servizi devono registrarsi presso DPG
• l'avvio al riciclo dei contenitori e i relativi costi. Sono i commercianti che gestiscono l'avvio al riciclo o direttamente o servendosi di altre società, con cui stipulano i necessari accordi.
DPG ha creato specifiche categorie di operatori che intervengono nel sistema e che devono tutte registrarsi presso l’organizzazione:
• Titolari del conto di deposito (Pfandkontofuehrer o ‘deposit account holders’, DAHs): sono i “primi fornitori” delle bevande, cioè le aziende che immettono le bevande sul mercato. Sono solitamente i Brandholder / Filler, ma possono essere anche vari livelli di distribuzione. In pratica sono coloro che si intestano la filiera del deposito. Queste aziende non possono delegare ad altri la posizione di DAHs, ma possono delegare la gestione della loro posizione presso DPG.
• Centri di resa (Rueknehmer o Redemption centers). Organizzano per se stessi o altri in forma associata la logistica e il trasporto dei container con i vuoti. Sono solitamente gestiti da grossisti o larga distribuzione.
• Punti di resa (Rueknahmestelle o Return points). Dettaglianti minori che effettuano le operazioni di resa e rimborso, ma non sono tenuti a registrarsi in DPG.
• Richiedenti restituzione depositi (Forderungsstelle o Deposit Claimant). Quando un Centro Resa (o comunque un dettagliante) rimborsa all’utente finale il deposito, diventa “creditore” nei confronti del sistema della restituzione operata. Questa partita va regolata nei confronti di un Titolare del conto deposito, a monte della filiera. Questo ruolo può essere svolto direttamente o delegato a terzi.
• Fornitori di servizio (Dienstleister o Service provider). Sono le aziende di servizio/ consulenti che assistono i titolari del conto deposito o Richiedenti rimborso nelle loro pratiche e procedure di compensazione. Devono registrarsi presso DPG.
NOTA BENE: tra questi sono annoverati i servizi di compensazione finanziaria, di gestione dati, di fornitura delle vending machine, di logistica, di riciclo ecc.
NOTA BENE: E’ in questo modo che si registrano anche gli operatori che, prima del sistema unificato, gestivano un proprio sistema di deposito (ad esempio Interseroh o CCR Clearing, branca di VFW). Così è registrata anche DSD, da quando la liberalizzazione dei sistemi di gestione e il cambio di ragione sociale le consente di competere in tutti i settori della gestione e recupero dei materiali di imballaggio.
Il sistema informatizzato DPG traccia tutti i flussi di competenza dei singoli partecipanti. Viene registrato ogni singolo pezzo venduto dal produttore / importatore (Intestatario del conto deposito) alla distribuzione e ogni restituzione di imballaggio da parte di un dettagliante o Centro di resa. Tutti gli operatori del sistema aggiornano i loro dati quotidianamente.
In pratica viene tracciato ogni movimento dell’imballaggio, e su questi dati si fonda la compensazione monetaria tra i diversi soggetti obbligati.
DPG, prima di accettare l'iscrizione dei diversi attori della filiera, si accerta che gli standard di qualità richiesti a ogni operatore siano in linea con i target stabiliti:
• gli stampatori devono possedere stampanti per le etichette del logo del deposito in grado di utilizzare gli inchiostri speciali certificati e forniti loro dietro compenso da DPG. Gli addetti alla stampa devono frequentare un corso presso DPG sul corretto utilizzo degli inchiostri;
• i produttori devono abbandonare i codici a barre tradizionali da loro assegnati ai prodotti e sostituirli con i codici a barre EAN forniti da DPG e univoci per tutto il territorio nazionale. Per ottenere i nuovi codici a barre, i produttori /importatori devono fare domanda a DPG e comunicarli, insieme ai vecchi, al database centrale;
• i centri di recupero dei contenitori e rimborso del deposito devono acquistare i distributori (RVM) con capacità identica a quella prenotata nel centro di conteggio e dimostrare che il distributore generi dati affidabili e accurati secondo i criteri informatici stabiliti da DPG;
• gli aspiranti fornitori di servizi devono anch'essi iscriversi a DPG, dimostrando che i loro sistemi informatici rispondono ai criteri DPG;
• i fornitori di RVM e gli operatori del centro di conteggio devono essere certificati da DPG. La certificazione prevede che le apparecchiature siano in grado di:
- riconoscere il logo DPG e di leggere il codice a barre con estrema precisione,
- invalidare il logo / codice a barre durante la frantumazione dei contenitori, in modo da evitare che il deposito venga rimborsato più volte,
- ordinare i contenitori in base al tipo di materiale.
La partecipazione dei produttori a DGP prevede una quota di iscrizione una tantum per ogni codice a barre registrato. La quota è in funzione del numero di contenitori immessi sul mercato ogni anno. Nel 2010 erano i seguenti:
Numero di contenitori immessi sul mercato | Fee per ogni codice a barre (Euro) |
0 – 0,8 milioni | 150 |
> 0,8 milioni – 2 milioni | 500 |
> 2 milioni – 50 milioni | 8.500 |
> 50 milioni | 33.000 |
Dal 2010 si paga una ulteriore quota di 100 euro per ogni modifica dei dati già registrati sui codici a barre nella banca dati RVM. Se la modifica viene richiesta a più di 10 giorni dalla registrazione del codice a barre, la quota è raddoppiata (200 euro).
A ogni partecipante al sistema è invece chiesta una quota di iscrizione annuale, che varia a seconda della categoria cui appartiene. Le aziende pagano il fee annuale per ciascuna delle categorie alle quali appartengono.
Categoria | 2006 (Euro) | 2007-09 | 2010 (Euro) |
“Primo fornitore”, fino a 15 milioni di contenitori/anno | 1.000 | 1.200 | 1.200 |
“Primo fornitore”, con 15-18 milioni di contenitori/anno | 3.000 | 8.500 | 8.500 |
“Primo fornitore”, sopra 80 milioni di contenitori/anno | 3.000 | 18.000 | 18.000 |
Titolare di deposito | 14.000 | 20.000 | 20.000 |
Richiedente deposito, (3 o meno punti di servizio) | 14.000 | 3.900 | 3.900 |
Richiedente deposito, (più di 3 punti di servizio) | 14.000 | 6.000 | 6.000 |
Produttore RVM fino a 200 unità vendute | 8.500 | 9.500 | 9.500 |
Produttore RVM con più di 200 unità vendute | 8.500 | 18.000 | 18.000 |
Centro di conteggio | 8.500 | 18.000 | 18.000 |
Stampatori | 2.500 | 3.000 | 3.000 |
Produttori di lattine | 23.00 | 25.000 | 25.000 |
Centri di resa (3 o meno punti di servizio) | esenti | esenti | 600 |
Centri di resa (più di 3 punti di servizio) | esenti | esenti | 900 |
Il prezzo delle etichette adesive contenenti il logo DPG e il codice a barre sono in funzione del tipo di codice a barre (8 - o 13 cifre) e della quantità ordinata (da 1.000 a 500.000): si va da EUR 10,93 per ogni mille unità se l'ordine supera le 500.000 unità per il codice a barre a 8 cifre; a 229 euro per ogni mille unità se il quantitativo ordinato supera le 500.000 per il codice a barre a 13 cifre.
Dal 1° aprile 2009 è stato introdotto l'obbligo di contrassegnare i contenitori soggetti a deposito obbligatorio con uno specifico logo certificato da DPG. È stato DPG stesso a fare molte pressioni affinchè l'obbligo venisse introdotto, in modo ridurre il fenomeno del free-riding.
DPG non ha, infatti, il potere di far rispettare le regole sul deposito; esso spetta alle autorità competenti in ciascun Land. Tuttavia, DPG invita i partecipanti al sistema a denunciare eventuali violazioni. Il denunciatore sarà assistito da DPG nella notifica all'autorità competente.
Le multe previste per il fenomeno del free riding possono arrivare a 50.000 euro. Chi ha subito una multa di 200 euro in su viene inserito nei registri dei free rider tenuti dalle Camere di commercio.
Tutti i contenitori soggetti a deposito obbligatorio, devono, perciò, avere il seguente logo:
accompagnato dal codice a barre EAN, univoco per il sistema di deposito tedesco:
A ogni tipo di materiale viene assegnato un codice a barre diverso, in modo che i distributori automatici possano separarli correttamente.
Gli importatori possono decidere se:
• utilizzare etichette
• utilizzare contenitori prestampati e che includono già logo e codice a barre EAN
• utilizzare adesivi da apporre a etichette già esistenti.
DGP vieta che sui contenitori soggetti a deposito obbligatorio compaia il logo del punto verde.
Se l'etichetta originaria o la stampa sul contenitore lo riporta, esso deve essere coperto con l'etichetta adesiva. Quindi, se i contenitori vengono contrassegnati con il Punto Verde, il produttore deve assicurarsi che esso sia stampato vicino al codice a barre standard, in modo che l'etichetta adesiva possa nascondere sia il vecchio codice a barre che il punto verde medesimo.
I fee che i partecipanti pagano a DPG sono finalizzati alla copertura dei soli costi di gestione del sistema informatico e del funzionamento della struttura. Ma gli attori del sistema sono gravati anche da altri oneri significativi, e cioè:
• costo dei distributori automatici (RVM)
• costi dei fornitori di servizi per la gestione dei dati, la logistica ecc,
• costi dei centri di conteggio
• costi per l'avvio al riciclo
• costi per le campagne di informazione rivolte ai consumatori.
Nota bene: nei sistemi di deposito attivi nei paesi del nord Europa (Svezia, Finlandia ecc.) i commercianti ricevono un sostegno finanziario da parte dell'organismo che gestisce i depositi. Non accade così in Germania: i rivenditori non ottengono nessun rimborso per i costi sostenuti.
All’avvio del sistema, DGP dichiarava di prevedere costi di avvio di circa 3 milioni di euro. Stimava che l’approvvigionamento delle vending machine potesse avere costi tra 400 e 900 milioni di euro.
All'inizio del 2008, Roland Berger, consulente di DGP, ha riferito che l'investimento iniziale per l'implementazione del sistema di deposito obbligatorio è stato di 726 milioni di euro, di cui 702 milioni a carico dei commercianti, spesi soprattutto per l'installazione dei distributori automatici, e 24 milioni di euro a carico di filler, importatori e produttori di imballaggio.
Lo studio valutava che il costo annuo per la movimentazione di 14 miliardi di contenitori one way fosse di circa 700 milioni di euro per i commercianti e di 94 milioni di euro per i produttori.
Sempre di fonte DGP (maggio 2008) è la valutazione che il costo per ogni contenitore gestito fosse tre volte quello della raccolta tradizionale del flusso dei domestici. Ma ancora più incredibilmente veniva notato che i contenitori assoggettati al deposito contribuivano solo per il 2,7% al tasso di riciclo nazionale.
>> Per maggiori informazioni consulta The experience of the German deposit system (2009).