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Focus Sistemi di deposito

Discussione in altri Paesi

Molti Paesi che non hanno mai attivato un sistema stanno discutendo l'eventualità di una sua introduzione, affidandosi a studi e ricerche di Agenzie dell'Ambiente o strutture attivate dai Compliance Scheme.

 

Francia

La Francia non ha sistemi di deposito obbligatorio su  imballaggi in essere a livello nazionale.
Nel periodo 2008/2009 sono però stati effettuati numerosi studi sui depositi obbligatori per contenitori di bevande.

Nel 2008, l’Agenzia per l’ambiente ADEME ha commissionato a RDC uno studio sul riciclo della plastica allargato ad imballaggi diversi dalle bottiglie (NB: la Francia ricicla esclusivamente bottiglie). 

Lo studio si è basato sugli studi LCA esistenti (16 analizzati a fondo, 35 in minor dettaglio).
 Secondo RDC, gli studi analizzati non potevano adattarsi alla Francia senza ulteriori specifiche ricerche. In pratica, si osservava, gli studi LCA dipendono troppo strettamente dalla specificità locale: ad esempio le distanze implicate,  per quanto riguarda il riuso, o la qualità del materiale raccolto, per quanto riguarda  il riciclo allargato della plastica.



Nel 2009, ADEME ha pubblicato uno studio commissionato a Ernst &Young su
:
• depositi  cauzionali per contenitori di bevande one-way, mirati a favorire il riciclo,

• e sulla raccolta allargata della plastica.

La società di ricerca ha analizzato i dati di sei paesi che presentano diversi modelli di gestione della plastica.
 Sul primo tema le conclusioni non sono state  entusiastiche: in pratica, si è fatto notare, l’Austria ottiene tassi di riciclo superiori a quelli della Germania, che ha introdotto un costoso sistema di deposito. 
Rispetto al secondo tema, sono stati analizzati Austria, Danimarca, Germania, Italia, Paesi Bassi, Svezia. Il giudizio finale è stato che “quando si raccoglie anche la plastica rigida, si ottengono significativi contributi in termini di tassi di riciclo”.

 


Irlanda

La coalizione di governo insediatasi nel 2011 aveva annunciato la volontà di introdurre un sistema di depositi obbligatori. Tutti avevano evidenziato scarso favore da parte di una consistente quota dei soggetti coinvolti.
Nel 2012, il Ministro dell'Ambiente, Phil Hogan, ha commissionato all'Economic and Social Research Institute una ricerca per considerare il deposito obbligatorio come parte di una revisione globale del regime di responsabilità dei produttori di imballaggi in Irlanda.
Il rapporto, stilato a conclusione della ricerca, sconsiglia di procedere con l'introduzione di un sistema di deposito obbligatorio.

Per maggiori informazioni, è possibile consultare il rapporto "Review of the Producer Responsibility
Initiative Model in Ireland. A Packaging Levy for Ireland?".
>> Vai al documento pdf

Il Ministro ha accettato il consiglio pervenuto dall'Istituto di ricerca, rinunciando di proseguire nei suoi intendimenti.

 

Malta


Storicamente Malta ha regolato il problema degli imballaggi occupandosi essenzialmente dei refillable e dunque dei contenitori di bevande. E' solo dal 1° gennaio 2008 che sul mercato maltese sono ammessi contenitori non refillable per le bevande analcoliche gassate.
L’istituzione di un sistema obbligatorio di deposito e vuoto a rendere è al centro di aspre discussioni, per le molte difficoltà economiche e gestionali che esso implica, e finora non è mai arrivato in porto.

 

Regno Unito (Scozia)

Nel rapporto intitolato Producer Responsibility: Policy Evaluation pubblicato nel 2011, il Governo scozzese invita i produttori di imballaggi a svolgere un ruolo più efficace nella gestione responsabile del fine vita dei loro prodotti.
Secondo il rapporto, uno stimolo maggiore al riciclo potrebbe venire dall'introduzione di un sistema di deposito obbligatorio sui contenitori per bevande.
Il rapporto, tuttavia, fa notare che l'istituzione di un sistema di deposito limitato solo alla Scozia farebbe sorgere problemi  negli scambi transfrontalieri con le altre Nazioni costitutive del Regno.

 

Repubblica Ceca

Il Governo ceco ha commissionato due studi, uno nel 2006 e uno nel 2008, per valutare gli effetti economici e ambientali derivanti dall'implementazione del deposito cauzionale sui contenitori one-way (bottiglie in PET e lattine). Entrambi gli studi hanno concluso che una sua introduzione avrebbe effetti positivi sull'ambiente, ma con costi decisamente superiori a quelli della raccolta differenziata. E gli investimenti necessari per l'organizzazione del sistema di deposito potrebbero, con più profitto, essere utilizzati per migliorare il sistema di raccolta differenziata esistente.

>> Per maggiori informazioni vedi:
• Studio IREAS Proposal for measure to improve the System o returnable beverage containers to prevent waste generation, 2006. Vai al documento pdf.
• Studio IEEP "Economic analysis of intended beverage container deposit system in the Czech Republic (Pet bottles and Cans), 2008. Vai al documento pdf

 

Romania

Fino all’ingresso in Europa la Romania basava la distribuzione dei propri prodotti alimentari – soprattutto bevande – principalmente sugli imballaggi riutilizzabili.
Con l’applicazione delle norme europee, agli operatori economici è stato richiesto di garantire una migliore tracciabilità del sistema di riutilizzo, attraverso l’organizzazione di un adeguato sistema di restituzione. Gli operatori sono comunque tenuti solo alla ripresa dei propri imballaggi, opportunamente etichettati.
L’uscita di produzione di imballaggi riutilizzabili considerati obsoleti deve essere comunicata dai Filler sia ai commercianti che ai consumatori, con almeno sei mesi di anticipo, per provvedere alla loro raccolta nei sei mesi successivi alla sostituzione.
Anche la Romania, come tutti i paesi dell’est Europa si è trovata a gestire una situazione di grande difficoltà per l’invasione dei prodotti d’importazione con imballaggi one-way.
Nell’autunno del 2008, uno dei rami del Parlamento ha proposto l’introduzione di un deposito obbligatorio di 0,28 euro per i contenitori di bevande, che tuttavia non è stata approvata.
I produttori di bevande stanno finanziando centri di raccolta aggiuntivi per il PET e lattine, ma ad oggi (dicembre 2013) non vi è alcuna discussione in atto sull'introduzione di sistemi di deposito.