La legislazione nazionale (Packaging Waste Regulations) prevede la responsabilizzazione di tutti i soggetti coinvolti nella filiera.
In particolare:
• Produttori di materiali d’imballaggio,
• Produttori di imballaggi,
• Filler e packer (Utlizzatori),
• Commercianti e distributori,
• Importatori di materiali di imballaggio e di imballaggi vuoti,
• Importatori di merci imballate,
• service providers (società che forniscono imballaggi riutilizzabili mediante forme di noleggio)
Ogni soggetto della filiera è responsabile in rapporto alla quantità di materiali di imballaggio che “fornisce”, cioè che cede a un anello successivo della catena o al pubblico, e in base alla propria “percentuale di responsabilità” (vedi punti successivi).
Sono responsabili le aziende che trattano più di 50 tonnellate di imballaggi annui e con giro d’affari superiore a 2 milioni di sterline.
I soggetti responsabili possono soddisfare i propri obblighi individualmente o attraverso uno dei numerosi Compliance Scheme autorizzati, i quali agiscono in nome e per conto degli associati nell’acquisto dei PRN e PERN, cioè dei documenti di recupero e riciclo che dimostrano l’effettivo ottenimento dei risultati.
Le imprese che agiscono autonomamente devono registrarsi entro il 7 aprile di ogni anno presso l’Environment Agency (Inghilterra e Galles), la Scottish Environment Protection Agency (Scozia), l’Environment and Heritage Service (Irlanda del Nord) pagando una quota variabile nei tre paesi; hanno inoltre l’obbligo di rendicontare dettagliatamente le quantità di imballaggi da recuperare/riciclare.
Ogni soggetto responsabile risulta obbligato ad acquistare i documenti di avvenuto riciclaggio (PRN) in base ai quantitativi di materiali di imballaggio “forniti” durante l’anno e secondo precise “percentuali di responsabilità” stabilite dalla legge.
Per chiarire: l’impegno di riciclo della stessa tonnellata di materiale di imballaggio che fluisce dal produttore di materiali fino al negoziante viene ripartito in percentuali relative ad ogni passaggio e l’obiettivo risulta raggiunto quando tutti gli interpreti hanno pagato la propria quota (acquistando i relativi PRN).
La responsabilità è suddivisa in percentuale in base all’attività economica svolta, e cioè:
Produttori di materiali di imballaggio | 6% |
Produttori di imballaggi | 9% |
Filler/Packer | 37% |
Commercianti e Distributori | 48% |
In pratica, però, la singola impresa spesso ricade in più di un ruolo. Ad esempio, un Filler è responsabile non solo come tale degli imballaggi primari che cede al distributore, ma anche come commerciante degli imballaggi di trasporto che accompagnano la sua merce. E addirittura un produttore di imballaggi, oltre al suo ruolo di manifattura (Converter) degli imballaggi che vende, è responsabile anche come Filler degli imballaggi destinati al trasporto che accompagnano la sua merce e persino come commerciante di quegli stessi imballaggi.
In pratica, per ogni unità di materiale che fluisce nel sistema viene sempre pagato il 100% delle quote obbligate, chiunque sia a pagarle. È utile notare che, grazie a questo meccanismo, nessuna responsabilità grava sui detentori finali degli imballaggi.
Analogamente, per quanto riguarda le attività d’importazione, gli obblighi sono fissati in relazione alle caratteristiche degli imballaggi al momento dell’importazione stessa, assommandosi via via i ruoli che sono avvenuti a monte dell’importazione, secondo lo schema seguente:
Importatori di materiali di imballaggio | 6% |
Importatori di imballaggi vuoti (6%+9%) | 15% |
Importatori di merci imballate (6%+9%+37%) | 52% |
Un ragionamento a parte meritano i Service Providers, che risultano responsabili per l’85% degli imballaggi forniti, cioè ceduti a terzi. In pratica, si trovano computati nella veste di Service Provider i Filler o gli importatori che noleggiano o prestano (non cedono) imballaggi riutilizzabili. La percentuale va dunque a gravare solo sul delta tra imballaggi entrati e usciti dal magazzino, con una complessa valutazione di quale percentuale di questo delta si trasformi in rifiuto da recuperare.
Ogni impresa (o il Compliance Scheme che la rappresenta) effettua i calcoli delle quantità obbligate con riferimento alla attività svolta e al Business target (cfr. sezioni precedenti) definito per quell’anno dalla legge.
I calcoli vanno fatti secondo questa formula:
obiettivo di recupero per materiale:
quantità di materiale trattato × percentuale di responsabilità × percentuale di recupero
obiettivo di riciclaggio minimo per materiale:
risultato precedente × percentuale di riciclaggio minimo
Esempio
Immaginiamo un Produttore di materie prime che venda, nel corso del 2009, 400 tonnellate di materiali destinati a imballaggi, di cui 100 in carta e 300 in vetro.Recupero carta:
100 tonnellate × 6% (percentuale attività produttori materie prime) × 68,5% (Business target recupero carta per l’anno 2009) = t 4,11Riciclaggio minimo carta:
t 4,11 × 92% = t 3,78 = quantitativo per il quale andranno acquistati PRN riciclaggio carta
Recupero vetro
300 tonnellate × 6% × 80% (Business target recupero vetro per l’anno 2009) = t 14,4Riciclaggio minimo vetro:
t 14,4 × 92% = t 13,25 = quantitativo per il quale andranno acquistati PRN riciclaggio vetro
Recupero totale
Stabiliti gli obiettivi minimi di riciclaggio, resta da valutare l’obiettivo di recupero totale per tutti i materiali, che è del 73%, indipendentemente dalle quote per materiale.
Il produttore di materie prime dovrà dunque effettuare un nuovo conteggio:
totale materiali t 400 × 72% × 6% = t 17,28
Avendo acquistato complessivamente t 4,11 + 13,25 = t 17,36 di PRN riciclaggio, l’obiettivo precedente relativo alla soglia di recupero complessivo risulta automaticamente soddisfatto.