In Slovenia il consumo di sacchetti di plastica supera le 200 unità pro-capite annue, per un totale di oltre 400 milioni di sacchetti utilizzati in un anno.
La legislazione slovena prevede specificamente che i sacchetti di plastica, quando diventano rifiuto nell’ambito domestico, devono essere soggetti a raccolta differenziata, tanto che Slopak gestisce una specifica filiera di raccolta e riciclo.
Si veda il video al seguente indirizzo:
http://www.youtube.com/watch?v=sOMnu0DihP8&feature=player_embedded
Tuttavia, troppi sacchetti finiscono ancora tra i rifiuti indifferenziati: solo il 4% dell’immesso sul mercato viene raccolto e riciclato.
Per questo, il 30 giugno 2011, è stata presentata una proposta di modifica del decreto che ha istituito la tassa ambientale sui materiali da imballaggio (n. 65/06). L’intenzione del legislatore è di scoraggiare la produzione e diffusione dei sacchetti monouso, prevendendo l’istituzione di una tassa ambientale 3.000 volte superiore a quella attualmente in vigore. La tassa colpirebbe tutti i tipi di sacchetti monouso in plastica, anche quella biodegradabile.
Questa modifica rappresenterebbe una novità, in quanto le norme in vigore non prevedono nessun tipo di tassazione per la plastica biodegradabile utilizzata per produrre imballaggi.
Un’altra novità della proposta di modifica è rappresentata dal diverso trattamento riservato al PVC. Attualmente, la tassa sul PVC è 1.500 volte superiore a quella prevista per gli altri materiali.
La proposta di legge intende aumentarla nel caso il PVC venga utilizzato per produrre sacchetti di plastica usa e getta (da 1.500 e 3.000) e ridurla nel caso in cui il PVC venga utilizzato per produrre altri tipi di imballaggio (da 1.500 a 300). Questa ultima modifica è stata pensata per agevolare i produttori di imballaggi delle industrie alimentari e farmaceutiche che lamentano la difficoltà nel sostituire il PVC con altri materiali.