Vi sono numerose classificazioni dei sistemi EPR. Ne riportiamo schematicamente una (Smith 2005) che analizza le tre tipologie principali sottolineandone le caratteristiche in termini di vantaggi e svantaggi di progettazione ambientale nonché le dinamiche economiche.
IPR è la forma più pura di 'responsabilità del produttore'.
È il caso in cui ciascun produttore organizza un sistema specifico aziendale per raccogliere e riciclare i rifiuti provenienti da propri prodotti.
La caratteristica specifica è che il costo della gestione dei rifiuti di un singolo produttore non è influenzato dal comportamento dei concorrenti. I vantaggi economici sono pertanto pienamente internalizzati: il costo della gestione dei rifiuti si abbassa se il produttore riesce a rendere i prodotti più leggeri, più resistenti o più facili da riciclare.
D’altro canto, i sistemi IPR rischiano di ridurre la concorrenza, ponendo barriere all'entrata di nuovi arrivati e svantaggi per le piccole imprese.
E infine, l’IPR dà ai produttori una grande influenza diretta sul fine ciclo di vita dei beni durevoli: le imprese con significativo potere di mercato sono in grado di determinare strategicamente una minore durata del prodotto, massimizzando i profitti, a scapito dell’ambiente.
Poiché la gestione dei rifiuti è tipicamente caratterizzato da economie di scala (o densità), i sistemi collettivi risultano in linea di massima più economicamente efficienti. Si tratta di sistemi in grado di semplificare tutti gli iter amministrativi per i diversi attori, in particolare per le aziende che operano in diversi paesi.
La maggior parte dei programmi di CPR funzionano attraverso una organizzazione promossa dai produttori (PRO), che fa fronte agli obblighi EPR pe conto dei propri associati.
I CPR possono essere impostati sul pagamento di fee variabili (caso tipico i sistemi degli imballaggi con fee per materiale) o con pagamento di fee fissi (ad esempio i grandi elettrodomestici).
Viene considerato un sistema CPR anche il caso in cui, in assenza di una organizzazione PRO, il governo richiede direttamente ai produttori di pagare una tassa anticipata, destinata alla gestione del fine vita dei prodotti (molti esempi anche nel campo degli imballaggi).