La Lituania è entrata a far parte dell’Unione europea il 1° maggio 2004 e ha adottato l'euro nel 2015. All’atto di accesso il Paese ha ottenuto una deroga al 2006 per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dalla prima Direttiva europea sugli imballaggi (64/92/CE), mentre rispetto ai nuovi obiettivi fissati dalla seconda Direttiva (2004/12/CE), è stato previsto un termine ultimo non successivo al 2012.
La gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio ha cominciato a essere disciplinata dalla Legge IX-517/2001 (Packaging and Packaging Waste Management Law), entrata in vigore nel 2003, con cui è stata recepita la prima Direttiva imballaggi. La legge è stata modificata nel giugno 2005 per recepire la seconda Direttiva. In contemporanea con la Packaging and Packaging Waste Management Law, il legislatore lituano ha modificato una preesistente Pollution Tax, mirata ad alcuni prodotti ad alto impatto ambientale, trasformandola in una vera e propria tassa (Product fee) sugli imballaggi primari (vedi menu di sinistra).
La tassa finanzia un Fondo, destinato a sua volta a finanziare progetti per la gestione dei rifiuti di imballaggio e per la formazione del personale pubblico.
Nel marzo del 2016 la Legge IX-517/2001 è stata sostituita dall'Order n. D1-225/2016.
Per adempiere agli obblighi, i produttori e gli importatori di merci imballate sono tenuti a sostenere il costo di gestione dei rifiuti di imballaggio:
• o in regime di self compliance, pagando la tassa sugli imballaggi primari e, per quanto riguarda i secondari/terziari, attraverso accordi con organizzazioni di recupero;
• o aderendo ad un Compliance scheme (che in Lituania è una Recovery organization).
I due strumenti di prelievo (tassa e fee) sono dunque alternativi e la tassazione, decisamente elevata, perde importanza via via che si rende autonomo il sistema di gestione organizzato dal mondo produttivo.
Il sistema lituano presentava inoltre, fino al 2012 compreso, un quadro molto particolare, che integrava nel sistema un meccanismo di libero mercato e cioè un sistema dei Certificati di recupero o riciclo, attraverso il quale i soggetti responsabili dimostravano il raggiungimento degli obiettivi, contribuendo così indirettamente ai costi delle raccolte e del riciclo. Un emendamento alla Packaging and Packaging Waste Law del 10 gennaio 2012 ha stabilito che, a decorrere dal 1° gennaio 2013 il sistema dei certificati è abolito. È stato sostituito da accordi e corrispettivi diretti dei Compliance scheme ai Comuni.
Un schema di decredo di modifica alla Packaging and Packaging Waste Management Law, propone di vietare la distribuzione gratuita dei sacchetti di plastica con spessore fino a 50 micron a partire dal 31 dicembre 2018.
Il divieto non si applicherebbe ai sacchietti con uno spessore fino a 15 micron, utilizzati nei punti vendita per imballare gli alimenti.