L’autorizzazione viene concessa, sulla base di una articolata proposta delle modalità di gestione, se sono garantite le condizioni poste dalla legge Grenelle. E cioè:
• raccolta e riciclo devono aumentare fino al 75% (il decreto, del 2010, segnava il 2012 come dead line, ma il risultato 2011 è stato solo del 67%: 3,12 milioni di tonnellate su 4,65)
Attenzione: ci si riferisce qui ad una percentuale sull’immesso dei soggetti aderenti al Compliance scheme autorizzato, non agli obiettivi del sistema paese, che sono quelli della direttiva 2004.• il Compliance scheme deve coprire l’80% dei costi netti della raccolta “ottimizzata”
- dove per costi netti si intendono i costi totali meno il valore dei materiali (calcolato sulla media dei prezzi di mercato degli ultimi 4 anni). La formula per calcolare il costo netto tiene conto del peso, del costo di raccolta per materiale, del costo di gestione dei rifiuti residuali, della tassa sulle emissioni (TGAP)Il decreto è dettagliato, contiene indicazioni sulla struttura dei fee, sulla struttura dei pagamenti a favore degli Enti locali, formule e esempi di riferimento compresi.
- e dove per raccolta ottimizzata si intende la qualità più idonea a ottenere gli obiettivi previsti (un obbligo a carico del Compliance scheme e non dell’Amministrazione locale).
Contribuire allo sviluppo, all’operatività, alla sostenibilità del sistema di raccolta degli imballaggi domestici, attraverso:
• prevenzione: eco-design (con obiettivo al 2012 di riduzione di 100.000 tonnellate su confronto 2007), e fees articolati per favorire l’ecodesign stesso;
• riciclo al 75% entro 2012, calcolato come rapporto tra output lordo degli impianti di selezione e tonnellaggio gestito,
• consolidamento: i risultati 2012 saranno la base per la richiesta delle nuove autorizzazioni,
• allargamento delle raccolte agli imballaggi che diventano rifiuti “lontano da casa”. Un obiettivo che il Compliance scheme introdurrà gradualmente, riportando i progressi ad Adème.
• allargamento alle raccolte in alcuni settori della grande distribuzione (packaging secondario), che verranno via via considerati “flussi domestici”; i cassonetti saranno messi a disposizione dai supermercati. Uno studio di questo flusso consentirà di decidere quali imballaggi il consumatore considera non necessario per il trasporto.
Entrambe società di diritto privato, senza fine di lucro.
Soci: 70% del capitale detenuto dai Produttori/Filler, il 20% dai Riciclatori e il 10% dai Distributori.
Imprese associate 49.000
L’adesione ai due Compliance Scheme è obbligatoria, non è prevista la compliance diretta delle aziende
Comuni serviti: 36.392 (riuniti in 1.132 collettività locali)
Popolazione servita: 98,5% (63,4 milioni di cittadini)
Costi totali di gestione anno 2011 --> 580,8 milioni
.
Di cui 519 milioni versati alle collettività locali
Di cui costi operativi 25 milioni circa (il dato è riferito ad anno precedente)
Di cui Ricerca 0,4 milioni circa (il dato è riferito ad anno precedente)
Di cui Comunicazione 6 milioni circa
Ricavi totali di gestione anno 2011 --> 584,2 milioni
Di cui più del 94% deriva dai fee di Ecoemballge e Ademe
Inoltre:
Proventi finanziari --> 2,6 milioni
Detrazioni fiscali --> 0,4 milioni
Risultato dell’esercizio: + 3,4
A riserva per costi futuri (risultato --> 6,4)
Nota bene
Dal 2008, a seguito di avventati investimenti nei paradisi fiscali, il governo ha deciso di obbligare le società a reinvestire gli utili nella gestione delle raccolte e l’ha sottoposta a più rigidi controlli, tramite un auditor esterno.
Il totale a riserva del gruppo ammonta a 103 milioni.