Nei sistemi duali, le raccolte sono responsabilità dei Compliance scheme, che possono eventualmente affidarle in toto o in parte alle Amministrazioni Locali o alle loro utilities. Di principio quindi, la proprietà dei materiali è del Compliance scheme (o delle sue filiere di materiale) e non dei Comuni.
Questa regola ferrea si è recentemente incrinata in Germania, che ancora una volta si dimostra il Paese nel quale per primo si spezzano le certezze e le abitudini del sistema europeo di imballaggi.
Nell’autunno 2013, il prof. Alexander Schink, politico di peso ed esperto del settore, ha firmato un report sulla “Proprietà dei rifiuti di imballaggio”, dove si sostiene che la presunzione di proprietà da parte dei Compliance scheme non è giustificata, in quanto avalla un pessimo utilizzo ambientale dei rifiuti di imballaggio (troppi materiali finiscono a recupero energetico mentre potrebbero essere riciclati). Ciò porta a ritenere che non sia più adeguato considerare il diritto del Compliance scheme superiore a quello della cittadinanza (cui appartengono sostanzialmente i rifiuti) e delle Utilities (Enti locali) che li raccolgono.
Questo dibattito - latente da tempo e già sfociato in un conflitto tra DSD e l’Associazione dei Comuni tedesca (VKU) - ha segnato un primo punto a favore degli Enti locali con la sentenza della Corte di distretto di Ravenburg del 30 gennaio 2014. Secondo la Corte, i rifiuti conferiti nel cassonetto blu (carta) non sono di proprietà del Sistema duale, bensì dei cittadini e quindi delle loro rappresentanze.
La sentenza assume particolare importanza, poiché proprio DSD aveva conferito a questa contrapposizione il senso di una battaglia sul modello di gestione dei rifiuti di imballaggio.
Ma è solo l’inizio di una battaglia che si prevede lunga e di importanza strategica per tutta l’Europa.
È possibile consultare il Rapporto sulla titolarità dei rifiuti di imballaggio (Gutachten Eigentum an Verpackungsabfällen) in formato pdf (in lingua tedesca).